L’elettrificazione e le sfide della transizione energetica

20-04-2021 | STORIE

Andrea Saghi, general manager di Elettricità Futura, illustra come deve evolvere il nostro sistema per cogliere gli obiettivi europei di decarbonizzazione, attraverso una maggiore integrazione di rinnovabili, fonti convenzionali e reti intelligenti

Per vincere la sfida della decarbonizzazione occorre promuovere l’elettrificazione del sistema energetico attraverso una maggiore integrazione di fonti, modelli e sistemi. In questo modo si potrebbe sintetizzare il pensiero di Andrea Zaghi, General Manager di Elettricità Futura, la principale associazione del mondo elettrico italiano, oggi in prima linea nel sostegno della transizione energetica del nostro Paese.

Direttore, Next Generation EU è un’opportunità unica per l’economia del Paese per promuovere uno sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione europei. Qual è la posizione di Elettricità Futura in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in corso di revisione?

Il Piano messo a punto dal precedente esecutivo fa riferimento al PNIEC 2019 il cui obiettivo di decarbonizzazione del 40% non è coerente con il nuovo target europeo al 2030 (-55% di emissioni di CO2). Il nuovo obiettivo comporta quindi un maggior impegno verso la decarbonizzazione, sia in termini di allocazione di fondi, con un aumento degli investimenti dedicati alla Missione Rivoluzione verde e transizione energetica, sia di nuova capacità da fonte rinnovabile da realizzare entro il 2030, pari a circa 65 GW.

Oltre alla nuova capacità di generazione da rinnovabili, entro il 2025 dovranno essere spenti gli impianti a carbone. Come si garantisce la sicurezza degli approvvigionamenti energetici per il Paese?

Il phase out dal carbone è certamente un passo di grande importanza verso la decarbonizzazione, ma anche un passaggio complesso, in considerazione del fatto che la crescita delle rinnovabili procede a un ritmo lontano da quello atteso, a causa degli ostacoli burocratici e delle lungaggini autorizzative. Il ruolo della capacità termoelettrica è oggi fondamentale, e lo sarà nei prossimi anni, fino a quando l’estensione e la digitalizzazione delle reti saranno adeguate e le tecnologie di accumulo saranno maggiormente diffuse.

Come sono cambiati i consumi e com’è cambiato il ruolo della produzione da fonte convenzionale?

Siamo davanti a una rivoluzione del mercato, in cui grandi e piccoli consumatori sono sempre più soggetti attivi del sistema, partecipando anche come produttori. La prospettiva di oggi è quella di una crescente elettrificazione – si pensi, per esempio, alla mobilità che sarà sempre di più elettrica – in cui consumo e produzione saranno sempre più distribuite. Per far fronte a una trasformazione così radicale e rapida, e soprattutto per bilanciare la produzione delle rinnovabili, ancora fortemente dipendente dalle condizioni climatiche e meteorologiche, è fondamentale il ruolo di back-up e di copertura dei picchi che gli impianti termoelettrici oggi possono garantire al meglio. Questi impianti, infatti, oggi lavorano in modo diverso da un tempo, andando soprattutto a coprire gli sbilanciamenti a cui il sistema è soggetto.

Per garantire sicurezza e stabilità al sistema, gli impianti termoelettrici devono essere sempre più performanti, anche in termini ambientali. Per questo molti operatori investono sul revamping di impianti esistenti – come EP Produzione con i progetti efficientamento delle centrali di Tavazzano e Ostiglia – chiedendo garanzie sugli investimenti. Questo modello fa discutere, qual è la posizione di Elettricità Futura?

Flessibilità, efficienza e minor impatto ambientale: gli impianti convenzionali oggi devono adeguarsi alle migliori tecnologie disponibili per operare sul mercato. Per questo è stato introdotto, e approvato in sede europea, il Capacity Market, che è un meccanismo coerente con le strategie di decarbonizzazione del Paese. La remunerazione infatti va a valorizzare la messa a disposizione di una capacità termoelettrica moderna e più sostenibile. Se da una parte permette di mantenere gli impianti in esercizio dal punto di vista economico, d’altra parte evita speculazioni sul mercato e garantisce l’adeguatezza del sistema.